Fabri, l’associazione no profit per non lasciare da sole le imprese familiari

Dealflower ha intervistato Marco Palamidessi, Annalisa Colletto e Alfredo De Massis i quali hanno raccontato gli obiettivi di Fa.B.R.I.

Non lasciare da sole le imprese familiari, ma metterle in contatto tra di loro e supportarle dopo questi anni di pandemia. È questo l’obiettivo di Fabri (Family business risorse per l’Italia), un’associazione no profit di imprese familiari costituita su iniziativa del socio promotore Nexta che punta a coinvolgere tre mondi del family business, quello degli imprenditori, studiosi e professionisti per promuovere, stimolare e raccontare le imprese familiari, ha spiegato a Dealflower Marco Palamidessi (nella foto in copertina), senior partner di Nexta e presidente di Fabri.

Una realtà al momento utile e necessaria, secondo Annalisa Colletto di Myrtha pools and piscine Castiglione, che ha raccontato la propria esperienza e quanto sia importante non rinchiudersi nel proprio mondo ma avere sempre uno sguardo a ciò che è intorno. Si presentano, infatti, diverse sfide nel futuro delle aziende familiari che dovranno essere affrontate, per il professore Alfredo De Massis dell’Università di Bolzano, recuperando il proprio passato e la propria storia per rinnovarsi e approcciandosi al digitale e a nuovi modelli di business.

L’iniziativa e i suoi obiettivi

L’associazione Fabri non si rivolge alle grandi aziende ma a quelle con target di ricavi tra i 20 e i 200 milioni di euro. “Stiamo parlando dell’ossatura del sistema economico italiano – ha sottolineato il professore De Massis – Una realtà che rappresenta il 93% del settore privato e il 94% della forza lavoro”.

Tra gli obiettivi di Fabri, quello di “far capire all’imprenditore che vale molto di più di quello che pensa e catalizzare l’opinione pubblica su questo tipo di imprese che sono molto rilevanti sul nostro territorio, ma in questo periodo probabilmente hanno ricevuto meno attenzione – ha aggiunto Palamidessi – Durante il primo lockdown del 2020, infatti, ci siamo resi conto che le imprese familiari si sono ritrovate da sole. Quindi abbiamo cercato un modo per metterle in contatto con il mondo universitario e professionale in modo da avere uno scambio di idee e relazioni e quindi dare loro la stessa attenzione ricevuta dalle grandi aziende in questo periodo di crisi”.

All’interno di Fabri, infatti, ci sono cinque rappresentanti del mondo accademico: l’Università di Bolzano, l‘Università degli studi di Trento, l’Università degli studi di Milano Bicocca, La Sapienza di Roma e il Politecnico di Milano. “Cinque realtà che sulla carta sembrano molto lontane tra loro, ma in realtà sono legate dal desiderio di soddisfare le esigenze di crescita delle imprese attraverso percorsi di approfondimento e progetti di ricerca – ha aggiunto Palamidessi – Una crescita che punta a non essere solo economica, ma anche da un punto di vista organizzativo e qualitativo”.

Oltre a elaborare studi scientifici su temi legati alle imprese familiari, Fabri organizza e promuove eventi in cui mostrare a imprenditori e interessati gli scenari futuri sul mondo delle aziende familiari. Un’occasione di incontro, confronto e condivisione sono i talks che partiranno da dicembre, dei “salotti virtuali” che ospiteranno imprenditori studiosi e professionisti per confrontarsi sull’attualità del mercato.

Anche l’imprenditrice Annalisa Colletto (nella foto all’interno dell’articolo) ha confermato la necessità di realtà come l’associazione Fabri che, ha sottolineato, quanto sia importante avere un punto di contatto con le altre aziende: “Uno dei limiti degli imprenditori di questo tipo è la scarsa esperienza al di fuori della propria azienda. Io stessa ho sempre e solo visto la mia realtà ed è molto interessante confrontarsi attraverso Fabri per innovarsi e crescere e attrarre sempre di più figure compenti”.

Fra presente e futuro

La pandemia ha avuto e sta avendo ripercussioni economiche e sociali rilevanti. Tra le misure adottate, “il distanziamento sociale e il lavoro da casa hanno spinto le imprese verso una trasformazione digitale, come anche adottare lo smartworing – ha sottolineato il professore De Massis (nella foto all’interno dell’articolo) – Le imprese familiari, però, sono realtà che si basano su relazioni personali e fisiche, in presenza”. Una delle grandi sfide, quindi, che devono affrontare ora queste aziende è dover “ridisegnare la propria struttura e organizzazione, dove alcuni aspetti dovranno continuare ad essere fisici rispetto, ad esempio ad un Amazon, ma allo stesso tempo non possono più basarsi esclusivamente su un modello di business tradizionale e devono invece aprirsi alla digitalizzazione”.

Altra necessità delle imprese familiari, ha suggerito il professore, è quello di trovare nuovi obiettivi e valori su cui basarsi. “In questo periodo di emergenza diversi imprenditori hanno riconvertito i propri impianti di produzione, hanno fatto donazioni per la società – ha aggiunto De Massis – Un’altra sfida per loro è quindi capire in quali circostanze prevalgono gli obiettivi economici finanziari e in quali quelli sociali”.

Da non trascurare, poi, il problema del processo di successione e di transizione generazionale, visto fino a prima della pandemia era visto come un procedimento lento che necessitava di tempo ed energie. “L’emergenza economica sta rendendo più problematico questo passaggio – ha sottolineato il professore – La pandemia ha accelerato i processi di ricambio generazionale. D’ora in avanti ci saranno molte successioni che verranno fatte in modo poco pianificato e non ragionato con tempi giusti. Il processo non verrà fatto più solo all’interno del nucleo familiare, come da tradizione dai genitori ai figli, ma sarà più complesso:  saranno contemplati anche membri esterni o la vendita dell’azienda stessa”.

La pandemia ha cambiato anche lo sguardo delle aziende verso il futuro. “Prima c’era una visione molto orientata al domani, ora invece molti imprenditori sono più orientati al passato, a sopravvivere più che a crescere – ha concluso De Massis – Le imprese però possono fare leva sui propri valori, sfruttando la propria tradizione e la propria storia e alcune già  ci stanno riuscendo tramite l’innovazione dei propri prodotti”.